Number 5Ecco 5 consigli utili dedicati a chi opera nel vino (incluse le piccole aziende ma anche ai big spero che potrebbe tornare utile) e vorrebbe costruirsi una buona reputazione online.

  1. Leggete i blog del vino. Questo è lo stesso consiglio che si dà a uno scrittore esordiente: se una casa editrice pubblica solo saggistica, inutile mandare la propria raccolta di poesie. Quindi dedicate un po’ di tempo a leggere i vari blog del vino: leggendoli capirete chi può essere potenzialmente adatto a degustare (e apprezzare) il vostro vino, chi potrebbe essere più sensibile alla vostra filosofia di produzione, alla vostra storia, o a parlare di un vostro progetto e di un evento che state creando.
  2. Soprattutto se siete piccoli (ma non necessariamente) studiate, partecipate a corsi. Magari non vi potete permettere un consulente, e va benissimo così, ma documentatevi. Ci sono tanti libri in giro, articoli online (incluso questo), e ultimamente si possono trovare anche parecchi corsi gratuiti, di quelli finanziati dalle varie regioni & co.
  3. Piccolo è bello! Non disdegnate i blog più piccoli solo perché apparentemente meno noti. Se sono blogger bravi, anche quelli più noti li terranno d’occhio. Guadagnarsi la loro buona opinione vi permetterà di arrivare molto più lontano, in termini di visibilità, di quanto pensiate.
  4. Non offrite di pagare e non accettate di pagare. Se n’è già parlato molto l’estate scorsa, in occasione di certe iniziative poco corrette da parte di agenzie che si offrivano, per conto dei loro clienti, di pagare i blogger per recensire i loro vini: l’effetto è quello di un boomerang che quando torna indietro è 10 volte più grande. I blogger non avranno un codice deontologico ufficiale, ma salvo le classiche mele bacate che ci sono in ogni campo, hanno un loro orgoglio. Stessa cosa se vi propongono spazi a pagamento, se vi chiedono soldi per degustare i vostri vini e poi recensirli online (ma ovviamente vale pure per il cartaceo). In questi casi, fatevi due domande: primo, il consumatore verrà informato in modo trasparente delle modalità di partecipazione, e cioè che i vini che partecipano a una certa iniziativa hanno pagato una quota per esserci? secondo, se la cosa non è chiara e poi qualcuno scopre l’inghippo, non è che di nuovo partirà il boomerang di cui sopra? Ricordiamo una cosa: fare marketing non vuol dire essere poco corretti verso i consumatori.
  5. E se poi parlano male di voi? La reputazione online è una cosa di cui tenere conto con attenzione. Se rispondete online nei commenti, cercate di non scrivere d’impulso ma di moderare le vostre parole. Il commento non lo leggerà solo l’autore del blog ma anche tutti i suoi lettori, e per giunta il commento resterà online e rintracciabile con google tanto quanto il post. La cortesia e l’educazione in una risposta è sempre una dimostrazione di intelligenza e di professionalità. Per carità, non mettetevi subito a minacciare il blogger di querele e così via. Ricordatevi che dall’altra parte del computer c’è una persona, e normalmente con una persona se trovate un modo di parlarci vi accorgerete che si può aprire un dialogo. Magari chiedere una rettifica, offrite di mandare un altro vino, casomai ci fosse stato un problema di bottiglia. Minacciare, aggredire, fa solo sembrare le persone deboli, e con qualcosa da nascondere, o comunque con la coscienza sporca. E anche parecchio ridicole. Non vorrete mica diventare argomento di barzellette durante gli incontri tra blogger, no? (NB i blogger tra loro si conoscono, e si sentono al telefono e vedono anche offline, vanno a cena insieme e così via). E se poi vi viene in mente la “furbata” di telefonare, così da non lasciare traccia scritta della vostra minaccia, ricordatevi che state contattando un blogger, e i blogger per definizione sono altamente tecnologici. E magari hanno già da tempo scaricato una delle tante app gratuite che permettono di registrare le chiamate in entrata.

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