Il mondo del vino ha un problema: il più delle volte chi ha i contenuti non sa scrivere. Non solo, è stracolmo di persone convinte di saper scrivere – cosa ancora più pericolosa – che hanno per giunta la presunzione di spacciarsi per poeti solo perché mettono quattro aggettivi di fila (chiaro errore dello scrittore neofita) o usano un paio di metafore che potrebbero andare bene per almeno ottanta vini-icona.
Andrea Scanzi è il contrario di tutto ciò. Da bravo giornalista ha la capacità di arrivare attraverso le interviste lì dove c’è più bisogno di approfondire. E poi ha la penna, una penna sbarazzina, auto-ironica (e l’autoironia a volte nel vino mi sembra più rara di una bottiglia di Brunello Biondi Santi Riserva 1955).
Linguaggio tagliente, concetti espressi in modo chiaro, a portata di tutti, sommelier e non. E in effetti un difetto questo libro ce l’ha: un titolo un po’ fuorviante in cui il focus è sui grandi rossi italiani ma si accenna solo nel sotto-sotto-titolo che si va ben oltre, che ci sono anche i trucchi dei veri sommelier, che si spiega tutto quello che c’è da sapere sul vino per avvicinarsi a questo mondo.
Adatto sia al neofita che all’appassionato più esperto.
Anche su anobii .

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