Stamattina  letta veloce al rapporto dell’Osservatorio sul Turismo del Vino di Città del vino presentato in questi giorni. E tanto per cambiare mi vengono i brividi a leggere certe cose, brividi di conferma perché a mio avviso quel rapporto dà solo dei numeri a sensazioni che chi si muove nel mondo del vino già aveva da tempo.

In Italia esistono sulla carta ben 154 strade del vino  (contro le 12 francesi), strade che appunto esistono solo sulla carta in alcuni casi e che talvolta non riescono neppure bene nell’impresa di mettere la segnaletica stradale o andare oltre quella. Io lo so bene che in questo la Strada dei Castelli Romani sarebbe in testa alle classifiche – e ci hanno fatto persino un caso di studio (in positivo!) sul manuale dedicato al marketing delle Strade del Vino per Agra Editrice – e scusate se questo mi fa dubitare sulla validità del testo…

Ma ecco un po’ di numeri:

Delle 154 strade “censite” ben 40 non sono risultate raggiungibili via internet (assenza di sito web e di infomail).
Alle restanti, quelli dell’Osservatorio sul Turismo del vino hanno inviato una mail richiedendo delle informazioni per organizzare un itinerario per il fine settimana  successivo – email privata, stile mistery client per non influenzare le reazioni di chi stava nel back-office delle Strade del Vino. E s’è visto! non si sono fatte proprio influenzare. Solo il 39,6% ha risposto entro il limite fissato di 72 ore (55% per il Nord, 39% per il Centro e del solo 13% per il Sud). E dire che le risorse economiche tra fondi e quote pagate dalle aziende le avrebbero…

Allora, che si fa? Partiamo tutti? Chi organizza?

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