Che s’è capito che ultimamente mi interessano le cose “eco”? Ora, non mi prendete per una fanatica dell’ecologia, in realtà sarei un pessimo esempio e non lo dico con falsa modestia, ma questo ambito mi interessa sempre più e credo non solo a me. Tanto più che si sta iniziano a sfatare il mito secondo cui i prodotti ecologici debbano essere per forza più costosi. E così parlo volentieri della nuova linea eco-friendly lanciata dall’Azienda Agricola Colutta di Manzano. Bottiglia realizzata con vetro e carta riciclati e un chiaro messaggio a favore dell’ambiente.

Quello che mi ha incuriosito, più del vetro e della carta, è proprio il messaggio in etichetta. Già, perché pare che, tra fronte e retro, lo spazio in etichetta con tutte le indicazioni già imposte dalla legge non basti mai e invece qui si è usata un’intera etichetta per rafforzare il messaggio ecologico e dare un input al consumatore, cercando di sensibilizzarlo sulle problematiche ambientali e sul riscaldamento globale (l’immagine del termometro la dice tutta). “Man mano che il vino viene consumato, si abbassa anche la temperatura del termometro, così il consumatore, bicchiere dopo bicchiere, aiuterà a ridurre la “temperatura” del pianeta.”

Immagino che a breve inizieranno a fare rumore gli scettici, quelli propensi a considerare simili iniziative come trovate di marketing, modi per creare rumore attorno a un prodotto. Eppure io sono tra quelli convinti che un’azienda possa iniziare ad auto-definirsi ecologica anche se non tutto quello che fa è ecologico, ma solo certe operazioni. Come a dire, qualcosa io la faccio, quindi perché non dirlo? E Colutta in questo senso di cose ne ha fatte diverse:  recupero della acque piovane per la riduzione dei consumi idrici, utilizzo di energie rinnovabili e naturali, installazione di un sistema di pannelli fotovoltaici (e in questo magari non è neppure la prima).

I vini che ricadono in questa linea sono tre (Friulano Doc, Refosco Doc e Pinot Grigio Igt), destinati al mercato italiano come a quello internazionale. E se poi i prezzi a scaffale di queste bottiglie riusciranno a essere anche competitivi e adatti alle tasche di tutti, tanto meglio. Perché alla fine, non dimentichiamolo, il consumatore ragiona col cuore ma non solo.

Una risposta

  1. sono molto contento di constatare, particoalrmente su web, che il tema dell’impronta ecologica si va allargando anche nel mondo vino. Per molto tempo si è creduto alla leggenda che il consumatore di vino sarebbe così amante della qualità organolettica che non avrebbe mai accettato compromessi in nome del benessere del pianeta. Oggi, inoltre, abbiamo anche la possibilità, e lo dimostriamo, di poter fare attenzione al pianeta senza compromessi sulla qualità del vino. Ne siamo tutti fieri. Invito a conoscere anche quello che stiamo facendo noi nel nostro arcipelago con il progetto TUTTONATURA. Abbiamo creato anche un decalogo o meglio il manifesto del nostro modo di fare viticoltura ed enologia che abbiamo chiamato simbiotico: mi piacerebbe poter dialogare su questi temi e quindi nel caso ci fossero commenti mi farebbe piacere ospitarli sul nostro murablog o essere ospitato per discutere su questi temi. Franz

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