I vini georgiani non si sputano, sapevatelo!

Il problema di quando si usa l’umorismo nelle pubblicità è che ciò che al pubblicitario e al cliente potrebbe sembrare divertente, a qualcun altro potrebbe apparire offensivo o anche solo di cattivo gusto. Lasciamo poi stare la difficoltà di fare campagne umoristiche internazionali… se c’è una cosa che ci ha fatto imparare la globalizzazione, è che i modi di ridere possono essere molto simili ma anche molto diversi.

Insomma, ci sono spot che quando finiscono ti fanno arricciare il naso e storcere un po’ la bocca… Però al di là dell’umorismo riuscito o meno di questo (e del puntare sul carattere orgoglioso dei georgiani che magari può non essere interpretato positivamente), questa pubblicità un difetto ce l’ha: sono i sentori e le caratteristiche che i provetti degustatori elencano attorno al tavolo… Wow… davvero si sente la vaniglia? Maddai, corro subito a comprarlo! Nella mia cantina mancava giusto un bel vino vaniglione!

Peccato, con tutta la storia che ha la Georgia e con tutti gli ostacoli che già devono affrontare avrei sperato in qualcosa di più.

Questo articolo è disponibile anche in: Italian

Consulente di comunicazione e marketing enogastronomico per aziende piccole e grandi. Docente presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, lo IUSVE di Venezia e la Fondazione E. Mach. Autrice di vari volumi tra cui i manuali Marketing del vino (terza edizione 2021, Edizioni LSWR), Marketing del gusto (2015, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli), e Marketing dei prodotti enogastronomici all'estero (2017, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli e Rita Lauretti).

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