Freschi freschi, ecco i dati comunicati dall’UIV riguardo all’export italiano nel 2008, un anno difficile che si chiude in negativo a volume (-7%, per un totale di 17,8 milioni di ettolitri), ma cresce leggermente a valore (+2% pari a 3,6 miliardi di euro).
In particolare il ribasso a volume è trascinato dallo sfuso e dai vini da tavola, ma pure Doc e Docg “si comportano male” (bianchi -4%, rossi -8%). Continuano invece ad andare alla grande gli spumanti (+15% a volume, pari a 1,4 milioni di ettolitri, e +11% a valore, pari a poco meno di mezzo miliardo).
Secondo Andrea Sartori non ci si può comunque lamentare, tenendo conto l’andamento dei vini francesi e australiani mentre più pericolosi si sono dimostrati Stati Uniti, Argentina, Cile e Sudafrica.

Giochiamo male soprattutto in casa: nell’UE il saldo è negativo per il 10% a volumi (in particolare sono andate male le nostre esportazioni verso la Germania, nostro principale sbocco europeo a volume), mentre i Paesi terzi tengono, con un +2%. “Stabile a volumi il Regno Unito (-1%), seconda piazza per il nostro vino, mentre soffrono gli Stati Uniti, terzo mercato a volume (-2%) e primo a valore con quasi 800 milioni di euro di fatturato (-4%).” Quanto ai mercati cosiddetti emergenti, continua la crescita di Russia (+36% a volume e +12% a valore), bene Polonia e benissimo Messico, Hong Kong e Singapore; male Ungheria, Slovacchia e India. Crescita spettacolare dell’export negli Emirati Arabi (+50% a volume e oltre +100% a valore).

4 risposte

  1. Ottimo post! Per quanto mi riguarda da vicino, posso dire che negli ultimi anni il vino italiano ha avuto notevoli performance in Russia. Ha conquistato una buona quota nel canale Horeca, c’è ancora tanto da fare nella GDO, quindi un buon potenziale in quel canale potenziale.

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