Nelle economie pianificate tutto si basa(va) su un piano quinquennale. Domanda e offerta erano già stabilite sulla base di una serie di ipotesi più o meno politiche, e per ogni anno si individuava dei target quantitativi (sia ben chiaro, NON qualitativi) da raggiungere. Oggi l’Australia del vino lancia un piano strategico a 18 anni!
Il nuovo piano strategico, frutto del lavoro dei più grandi professionisti del mondo del vino australiano, avrà i seguenti obiettivi:
- anticipare i bisogni del mercato;
- influenzare la domanda del consumatore;
- costruire un successo durabile.
L’idea è quella di fornire una risposta ai problemi che i vini australiani stanno ora affrontando (crescita della concorrenza da parte degli altri nuovi paesi produttori, diminuzione del prezzo al litro nell’export, concentrazione delle reti di vendita al dettaglio, dollaro australiano forte). Se è vero che una pianificazione oculata è alla base di ogni strategia che si rispetti, arrivare addirittura a formulare delle strategie su un orizzonte temporale di 18 anni mi sembra un po’ una forzatura. Sappiamo tutti che i piani marketing si possono aggiustare in corso d’opera, ma che senso ha buttare tempo a fare dei forecast a 18 anni se tanto poi la situazione sarà ben diversa? Forse è solo il desiderio di farl parlare di sè? O magari di spaventare la concorrenza rendendo apparentemente più mostruosa la propria macchina da guerra?