Tra le ragioni che stanno spingendo a un rialzo dei consumi di vini rosati nel Regno Unito, secondo alcuni ci sarebbe uno spostamento delle preferenze dei giovani consumatori: via gli alcolpop (i vari Bacardi Breezer, ad esempio) e bevenuti i rosati. Sono usciti di recente i dati della Nielsen relativi al mercato retail britannico, ne parlano tra gli altri Franco Ziliani su Focuswine e, per chi non ha l’abbonamento, ne parla anche il Daily Telegraph mentre alcuni dati sono disponibili in questo articolo. I dati si riferiscono alle vendite effettuate in circa 73mila esercizi, tra supermercati, off-licence e altri negozi.
Nel complesso, le vendite del vino contano, nell’anno che termina a feb 2007 per 4,4 miliardi di sterline. Mentre i rossi sembrano aver raggiunto un certo livello di saturazione del mercato e sono stabili, crescono leggermente i bianchi mentre più sostenuta è la crescita dei rosati (+29% a valore rispetto al 2006 e +74% rispetto al 2005), contando ora per 351 milioni di sterline. Con una quota di mercato pari all’8%, i vini rosati sono ancora poca cosa rispetto a bianchi e rossi (rispettivamente 44% e 48% del mercato) ma se si considera un eventuale effetto moda – fino a poco tempo fa portare a una cena una bottiglia di rosato era una delle peggiori gaffe che si potesse fare a Londra – lo spazio di crescita ulteriore c’è di sicuro. Ad oggi, il 52% dei vini rosati è statunitense, mentre la Francia resta in testa alle importazioni europee, a quota 13%.