Quante volte ci viene da pensare che certe cose, che penalizzano il vino, accadono solo ai vini nostrani? False denominazioni che sfruttano la nostra tradizione per prodotti che nulla hanno a che fare con l’Italia? Beh, come si dice… tutto torna!
In questi giorni infatti i viticoltori californiani stanno protestando contro l’importazione di vino straniero negli Stati Uniti. Si potrebbe pensare che sono problemi loro, che il mercato è fatto così, ma poi andando a indagare meglio si capisce nello stesso articolo citato che i vini stranieri incriminati non sono quelli imbottigliati nostrani, ma quelli che gli stessi produttori americani tagliano con i loro vini statunitensi. E poi li chiamano “vini americani”.
Così, mentre il flusso di vino arriva (soprattutto dall’Australia), i viticoltori californiani non riuscendo più a conferire le uve alle cantine sono costretti a distruggere il raccolto. E ovviamente si arrabbiano.
Scandaloso, sì, ma in un paese dove troppo spesso si utilizzano denominazioni simil-italiane o francesi con il chiaro intento di erodere il mercato ai nostri vini, una cosa del genere fa sorridere. Perché tutto torna davvero.
Foto di Dave Dufour