Quanto inquina un’azienda vitivinicola?

Dell’attenzione di certe aziende alle tematiche ambientali se n’era già parlato pochissimo tempo fa. Ora leggo – sempre su Decanter.com, questa settimana sembra che non leggo altro – della Terre della Baronia posta sotto il microscopio dall’università di Palermo. Ne è venuto fuori che l’azienda ha prodotto, nella vendemmia 2004, 5.000 kg di rifiuti di carta (le etichette, presumo), 10.000 kg di rifiuti di plastica, nonché sprechi vari di acqua di irrigazione.

Per porre rimedio a questo spreco  l’azienda ha ora deciso di riciclare la plastica, cambiare il metodo di stampa delle etichette e studiare un nuovo modo di recuperare l’acqua di irrigazione.

Nel calderone delle cose che un’azienda può sfruttare per far parlare di sé, credo che questa sia particolarmente degna di nota perché al di là della riduzione dei costi derivante da un utilizzo più oculato delle risorse, iniziative del genere non possono che contribuire a sviluppare una positiva immagine aziendale. E un’immagine aziendale positiva resta più a lungo nel tempo di una promozione spot.

Questo articolo è disponibile anche in: Italian

Consulente di comunicazione e marketing enogastronomico per aziende piccole e grandi. Docente presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, lo IUSVE di Venezia e la Fondazione E. Mach. Autrice di vari volumi tra cui i manuali Marketing del vino (terza edizione 2021, Edizioni LSWR), Marketing del gusto (2015, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli), e Marketing dei prodotti enogastronomici all'estero (2017, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli e Rita Lauretti).

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