Mentre la crescita di quello che è di sicuro uno dei più importanti e dinamici mercati al mondo nell’import di vini si sta irremediabilmente stabilizzando, emergono alcuni “shift” interessanti nelle quote di mercato di ciascun paese esportatore. Con Francia in testa e con un considerevole vantaggio rispetto agli altri paesi (frutto anche di ingenti investimenti di marketing [+40%]), l’Italia è il paese che tra il 2004 e il 2005 ha realizzato la migliore performance, con una crescita del +14,1% a valore e +15,3% a volume (dati che dimostrano al tempo stesso un decremento minimo del prezzo medio a bottiglia). Per avere risultati migliori in termini di volume (+21,1%) la Spagna ad esempio è dovuta ricorrere ad un significativo abbassamento del prezzo medio, (già di gran lunga inferiore a quello australiano) passando da 2,73 a 2,19. Del resto, come ha scritto Jamie Goode di Wine Anorak in un articolo molto approfondito, anche se di qualche tempo fa, sul mercato UK, “Indeed, number crunchers have shown that wine is one of the most ‘price elastic’ commodities carried by supermarkets.”, ovvero, abbassi di una sterlina il prezzo di un vino, e sei sicuro di vendere intere isole (promozionali!).
La crescita dei vini australiani è invece minima, a volume, e leggermente negativa a valore.
Foto di Steve Knight