Una volta tanto non parlo di vino ma mi faccio forza dell’aver intitolato questo blog anche al marketing dell’agroalimentare (e quindi del food in generale) per parlare del nuovo spot tv di Actimel, quello con la Clerici per intenderci, che guarda caso è parecchio vicina anche al mondo del vino.
A mio avviso, questo spot è ancora più “scandaloso” (sottolineo due volte le virgolette) di quello dell’Amica Chips con Rocco Siffredi. Perché? Perché alla faccia di tutte le regole della pubblicità, della semantica dell’advertising e bla bla bla, non dice nulla, o meglio non spiega quali sono i benefici che il consumatore può ottenere dal prodotto, ovvero quel valore aggiunto che mi dovrebbe far preferire Actimel rispetto a LC1 per intenderci.
Allora, la pubblicità più o meno recita così:
Antonella Clerici, in puro stile pubblicità del tempo che fu, simil Ferrari di Dash, si confronta con la casalinga moderna appena uscita dal supermercato e notando che nel suo carrello della spesa manca Actimel le chiede “perchè?” e la casalinga risponde “non penso che mi serva”.
Allora io mi chiedo: a fare che???
Allora la Clerici propone la nuova offerta “soddisfatti o rimborsati” e dopo due settimane arriva a casa della signora, anche qui con stile pubblicità del tempo che fu (vi ricordate Ferruccio Amendola che sbucava da dietro le lenzuola stese o più recentemente Tiberio Timperi??) e chiede alla signora se è soddisfatta – cosa risponde la signora?
“Soddisfatta” con un bel sorriso.
E di nuovo mi chiedo: ma di cosa?!??!?!?
In questa pubblicità non si spiega nessuno dei benefici che il consumatore può ottenere dal prodotto. Non so se dai focus group che ha fatto la Danone sia risultato che non serve neppure iniziare a dire Acti… e già tutti entusiasti elecano i benefici che dovrebbe dare un prodotto del genere… neanche fossero dei bambini ultra secchioni col dito alzato che fanno “io io io, maestra io la so!!!”. Sinceramente mi sembra inverosimile. Così la mia mente malefica è più propensa a pensare che non possano dire nulla, che non ci sia nulla che siano autorizzati a dire come vantaggio (i mitici test di laboratorio) che permetta di scongiurare l’intervento del Gran Giurì sentenziando la “pubblicità ingannevole”. Tra l’altro navigando in internet ho trovato questa “antica” segnalazione dell’Associazione dei Diritti di Utenti e Consumatori in cui si dice che in Francia nel 2004 avevano già detto che i benefici che avevano dichiarato nella pubblicità di Actimel non erano veri.
Ora, io non voglio entrare nel merito. Per quanto mi riguarda può darsi pure che dopo aver preso per 2 settimane Actimel mi sentirei meglio. Mi sta benissimo. Quello che mi scandalizza è semplicemente una pubblicità che non mi dice assolutamente nulla e mi fa una promessa senza farmi una promessa.