Made in Italy come status symbol nei paesi emergenti

E’ quanto hanno affermato alla Coldiretti, commentando i nuovi risultati ISTAT sulle esportazioni del vino made in Italy. Spiccano per crescita, infatti, paesi come la Cina (+117%), la Russia (+86,7%) e l’India (+64%), pur rappresentando ancora una nicchia nei mercati di sbocco dei nostri vini all’estero. Alla base ci sarebbero le classi emergenti che chiedono prodotti dal posizionamento medio alto.
Di fatto, tuttavia, la produzione nazionale di vino è destinata per il 72,2% ai paesi dell’Unione Europea (Germania in testa), mentre negli Stati Uniti arriva quasi il 15% delle bottiglie (battendo, sempre secondo Coldiretti) Australia e Francia.
Aumento record del 9,2% delle bottiglie di vino Made in Italy esportate sul mercato mondiale.
“Le esportazioni nazionali di vino sul mercato statunitense” – sottolinea la Coldiretti – “potrebbero peraltro raddoppiare se dagli accordi sul commercio internazionale nell’ambito del Wto a Ginevra venisse anche un chiaro segnale di stop alla “
vinopirateria” e al “falso” Made in Italy“, tanto più che negli Stati Uniti, una bottiglia di vino “italiano” su due, è falsa.
Fonte Adv News
Foto di Keith Syvinski

Questo articolo è disponibile anche in: Italian

Consulente di comunicazione e marketing enogastronomico per aziende piccole e grandi. Docente presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, lo IUSVE di Venezia e la Fondazione E. Mach. Autrice di vari volumi tra cui i manuali Marketing del vino (terza edizione 2021, Edizioni LSWR), Marketing del gusto (2015, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli), e Marketing dei prodotti enogastronomici all'estero (2017, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli e Rita Lauretti).

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