- il 64% dei “responsabili d’acquisto” (termine di marketing che sta ad indicare chi di fatto acquista la bottiglia, ben diverso magari da chi la beve poi) sono donne;
- le donne si fanno influenzare molto meno degli uomini da punteggi delle guide, andamento della vendemmia e così via;
- tra i criteri fondamentali nella scelta ci sono raccomandazioni personali e occasione in cui si berrà la bottiglia.
Il concetto fondamentale da giocarsi è quindi quello di creare un “momento emozionale”. Marti Barletta ha esaminato alcune campagne stampa e ha premiato quella di Cavit perché è quella indirizzata meglio alle donne. Una campagna che non si limita a puntare alle donne con temi romantici, ma le mette al centro dell’obiettivo, e il vino con le donne, al centro di un incontro divertente tra amiche.
In questo modo Cavit coglie quella sensibilità particolare delle donne verso immagini che ritraggono il lato sociale dell’ “utilizzo” (perdonatemi il termine, lo so che stiamo parlando di vino) del prodotto. Lo slogan “A wine as intriguing as the moment”, è tutto incentrato sulla piacevolezza del bere.
E le donne, aggiunge Marti Barletta, sono attraenti, ma non supermodel: il meccanismo vincente per creare empatia e riconoscersi nei soggetti della pubblicità.