Ovviamente si tratta di una provocazione, visto che i numeri parlano chiaro e la popolazione cinese è notoriamente più numerosa di quella norvegese – e poco ci vuole comunque. Tuttavia, ho trovato interessante la notizia della crescente popolarità del vino per il consumatore norvegese, soprattutto vista la particolarità del mercato norvegese rispetto ad altri mercati europei. Il quadro economico Innanzitutto è bene ricordare che la Norvegia non fa parte dell’Unione Europea, dopo due referendum (1972-1994) dai risultati negativi. Malgrado questo, esistono accordi particolari all’interno dell’Agreement on the European Economic Area (EEA) tra UE, Norvegia, Islanda e Lichtenstein che rendono più semplici i rapporti commerciali. Il quadro economico della Norvegia, sembra molto positivo, con un reddito pro capite pari a 35 mila euro annui, buone prospettive di crescita, e conti dello stato da far invidia grazie soprattutto alle esportazioni di petrolio. Il monopolio del mercato La vera particolarità del mercato norvegese delle bevande alcoliche, sta nell’introduzione di un monopolio di stato per la gestione del mercato del vino, Vinmonopolet. Eliminare i profitti privati dal commercio del vino, ha contribuito secondo il governo norvegese a controllare meglio il consumo di alcolici (da sempre un problema nazionale). Vinmonopolet si occupa quindi della distribuzione, attraverso una fitta catena di punti vendita in cui i commessi si curano anche dell’aspetto sociale del consumo di alcolici, in riferimento, ad esempio, all’uso di alcolici tra i giovani. Non è un caso se Vinmonopolet si definisce una moderna catena di distribuzione con una forte responsabilità sociale. Dal sito di Vinmonopolet emerge poi che lo sviluppo di questa catena di punti vendita sia stato secondo loro “imposto” dalla Francia, per assicurare in tutto il paese una distribuzione stabile e continua dei loro vini. In tutta onestà non riesco a capire come un paese estero possa avere alcuna sovranità su un monopolio nazionale… ma forse chi si lamenta che certe politiche nell’UE siano decise esclusivamente da Francia e Germania dovrebbe pensare a quei poveri norvegesi che neanche fanno parte dell’UE. Il consumatore norvegese e il vino Vinmonopolet pochi giorni fa, ad ogni modo, ha annunciato delle stime di vendita pari a 53,5 milioni di litri di vino per quest’anno, con un incremento del 22% rispetto al 2000. Questi dati riflettono solo il monopolio e non le importazioni private. Questo, secondo Jens Nordahl di Vinmonopolet, è causato da un miglioramento della qualità della vita in Norvegia e da un aumento del numero di negozi che vendono vino. Non solo, i norvegesi si stanno appassionando alla cultura del vino durante i loro viaggi, soprattutto quelli nel Mediterraneo. E sulla scia di questa nuova passione si sta sviluppando una nuova ristorazione filo-mediterranea e come si sa, lo sviluppo della ristorazione è il primo volano per le esportazioni di vino all’estero. Foto di Tomasz Szurkowski

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