Reduce dalla fiera dei piccoli editori (Più Libri Più liberi) che chiude oggi la sua quarta edizione a Roma al Palazzo dei Congressi, mi sento in vena di parlare di un’iniziativa che si aggiunge a quelle che uniscono il vino alle arti e alla letteratura. Stavolta si parla di Sicilia e di Camilleri, uno scrittore che racconta la Sicilia e che alla faccia di tanti che sono convinti che per vendere all’estero bisogna fingersi americani, è riuscito a esportare storie e personaggi tutti siciliani confermando che bisognerebbe scrivere di ciò che si conosce davvero. E proprio per sfruttare l’appeal internazionale dei romanzi di Camilleri e rilanciare alcuni vini, è nata l’idea dei fratelli palermitani Scordato, con il marchio Vigata, il luogo immaginario in provincia di Montelusa in cui sono ambientate le vicende di Montalbano che si era già rivelato “promoter” dei vini semplici, che faceva suo padre. A distanza di circa un anno e 30.000 bottiglie di vino vendute, i vini Vigata, in tutto 6, di diverse cantine siciliane tra cui Santa Ninfa e Cantina di Cellaro, sono distribuiti non solo da Roma in su, ma soprattutto all’estero, Stati Uniti e Regno Unito inclusi. Curiosamente i vini non hanno trovato lo stesso successo sul mercato siciliano. Questione di saturazione della domanda, come sostengono gli ideatori del progetto, oppure si tratta del classico fenomeno per cui un romano si metterebbe più difficilmente una maglietta con scritto I LOVE ROMA rispetto a un turista? Tralasciando il vino, e concentrandoci sullo scrittore, segnalo poi il Camilleri Fans Club, che ha un sito simpatico pieno di curiosità sull’autore e i suoi romanzi.