Attenzione ai vini australiani

Finora la competizione australiana aveva riguardato una fascia relativamente bassa di prezzo che ha inondato i mercati internazionali sgomitandosi la strada a scapito anche dei vini italiani. Sono emersi tuttavia in questi ultimi mesi alcuni segnali che fanno pensare a un riposizionamento dei vini che vengono da “Down Under”. Già quest’estate, in occasione dell’Australian Wine Marketing Conference numerosi relatori avevano esortato a puntare alla fascia di prezzo (e qualità) medio-alta. Ora entra in gioco anche Jamie O’Dell, direttore generale della Foster’s Wine Estate che ha esortato i produttori australiani a puntare a un posizionamento più elevato per risolvere il problema della sovrapproduzione di vini in Australia. Vitisphere, a questo proposito, fa notare come negli USA la crescita del mercato vinicolo è trainata da vini di prezzo superiore a $15, e in questa fascia i vini australiani rappresentano solo lo 0,5% del mercato mentre è proprio su questi prezzi che sono cresciute di recente le nostre esportazioni. Attenzione quindi ai concorrenti australiani che da indiretti, seguendo i termini del marketing, hanno tutta intenzione di diventare concorrenti diretti.

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Consulente di comunicazione e marketing enogastronomico per aziende piccole e grandi. Docente presso la Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. l'Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, lo IUSVE di Venezia e la Fondazione E. Mach. Autrice di vari volumi tra cui i manuali Marketing del vino (terza edizione 2021, Edizioni LSWR), Marketing del gusto (2015, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli), e Marketing dei prodotti enogastronomici all'estero (2017, Edizioni LSWR, con Luciana Squadrilli e Rita Lauretti).

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