5Sai, la gente è strana. Strana perché ci sono delle regole fondamentali delle buone maniere che nella vita reale sarebbero scontate e invece su Facebook la gente non riesce proprio a capirle, magari perché si menziona le due parole magiche “social network” o peggio ancora si parla di “netetiquette”, e il cervello s’impalla. Invece, in un’epoca come questa in cui i social network sono sempre più importanti per promuovere un’azienda vale la pena ripeterle, rispiegarle.

  1. Se chiedi l’amicizia… presentati! Questa regola non la capisce nessuno eppure mi sembra abbastanza banale. Se vado a casa di qualcuno che non conosco, quando suono alla porta mi presento. Se non conosco una persona, dico il mio nome, ci aggiungo pure un sorriso, una stretta di mano. Invece su facebook la gente ti aggiunge così, “perché abbiamo tanti amici in comune”. E se ti azzardi a dire: “Ciao, ci conosciamo? Scusa ma non ricordo” e magari ci aggiungi pure una faccina per non sembrare scorbutica, ti rispondono con un “Guarda, se non ti va non serve che accetti l’amicizia”.
  2. Se posti una foto su facebook tagga solo le persone presenti o quelle che sai che saranno interessate, perché magari ci volevano essere. E pure lì con parsimonia. Tipo: se un tuo amico è venuto con gli occhi chiusi, o con una smorfia orribile perché stava starnutendo, è meglio non taggarlo. Se sei andato a cena ieri sera e ti sei mangiato piatti paradisiaci, non devi metterti a taggare tutti i tuoi amici. E’ un po’ come mettersi dietro a un amico e per attirare la sua attenzione piantargli un dito nella schiena con una frequenza e potenza da trivellatore ripetendo Senti?!Senti?!Senti?! Ovviamente la stessa cosa riguarda anche foto di vigneti, bottiglie, grappoli che stanno maturando, foglie con la peronospora e compagnia bella. E riguarda anche gli status e i link.
  3. Se hai un’azienda, apriti un account personale e poi una fan page dedicata alla tua azienda. Altrimenti è come se andassi a una festa con una maschera col tuo logo. Gli altri non riescono a vederti in faccia ma neppure tu riesci a vedere loro e l’unico effetto sarà di risultare come minimo noioso.
  4. Se hai un’azienda, non intasare la bacheca personale degli altri con tutte le iniziative che stai organizzando, le nuove etichette e via dicendo. La bacheca è come una casa: se vai a casa di un amico, spero che tu non ti sieda sul divano poggiando le scarpe sul suo tavolino da caffè. C’è chi lo fa addirittura in occasione dei compleanni: “Tanti auguri, clicca like sulla mia fanpage”.
  5. La cinque è aperta. Io in realtà ne avrei ancora parecchie ma lascio la parola a chi passerà su questa pagina. 😉

6 risposte

  1. Io ci tengo soprattutto alla prima regola, che vedo così disattesa… anche sui social network professionali, come LinkedIn: se chiedi il contatto e non ci siamo mai incrociati, perché non aggiungi due parole tipo “sono Tizio, mi occupo di…, vorrei restare in contatto perché…”? Poi se a una richiesta anonima rispondo chiedendo “ciao Tizio, per caso ci conosciamo già per lavoro? io mi occupo di… e tu?”, magari Tizio risponde mezzo scocciato “no, non credo che ci ci conosciamo, comunque piacere.” e a me cascano le braccia.
    Quanto al tag, secondo me andrebbe vietato!

  2. Concordo pienamente sulla prima e aggiungo che ormai mi sono “adeguato ai tempi” e non mi preoccupo nemmeno di non sembrare scorbutico, infatti spesso e volentieri rispondo con “Scusa, tu saresti????” 🙂 Ho scoperto che se mi conoscono finisce in una bella risata e conseguente “nuova amicizia”, se non mi conoscono bene che va non rispondono e ritirano la richiesta 😉
    Comunque per me questa è stata e sempre sarà “NetEtiquette”, ne parlavo proprio qualche giorno fa con un amico informandolo che QUANDO UNO SCRIVE IN MAIUSCOLO MI STA URLANDO IN FACCIA! 😀

  3. Ilaria, su LinkedIn ti capisco benissimo. Lì sono drastica: o è qualcuno che mi interessa in modo particolare, oppure rifiuto il contatto. Dopo tutto se una persona è davvero interessata a collaborare con me si presenterà.
    Tiziano LOL!

  4. Su twitter mi sono state segnalate nell’ordine:
    – Non invitare persone che abitano a 1000 km di distanza da un evento che stai organizzando – Roberto Cromobox
    – Se sei un’azienda non parlare solo di te, ascolta e soprattutto rispondi! – Fabio Ciarla
    “La n.5 è tante cose: ascolto, contenuti non promozionali (personali e aziendali) e rispetto per il mezzo” – Tenuta Le Velette

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