Rientro da dieci giorni londinesi e prendo un altro paio di giorni di tempo segnalando il mio ultimo articolo apparso su Tigulliovino. A breve riemergerò con nuovi post!

[INCIPIT]In primavera, quando le fiere del vino si avvicendano con maggiore frequenza, emerge l’importanza delle innovazioni di prodotto. Gli importatori che visitano gli stand delle aziende le inseriscono tra le loro priorità (va bene, ci sono anche le ovvie esigenze commerciali, non si può negare!), e anzi, questo aspetto interessa loro forse più che ai giornalisti. Ma prima di entrare nel dettaglio del perchè e del per come, è il caso di specificare cosa si intende per “prodotto” nel mondo del vino, perchè, sembrerà strano, la bevanda alcolica entra solo in parte in questo concetto più ampio.

Secondo Rouze e Seguin (1), il prodotto vino nel marketing comprende sì, il vino stesso, con tutte le sue caratteristiche organolettiche e di abbinamento di cui si fa bella mostra in schede tecniche e retro-etichette, ma anche altri elementi, quali la stessa bottiglia, l’etichetta, la capsula e il tappo, l’imballaggio, e, ovviamente, il brand. È proprio su questi elementi che tipicamente si indirizzeranno più frequentemente gli sforzi nel cercare di rinnovare il prodotto. Un restyling delle etichette, la scelta di un tappo di vetro o a vite in sostituzione del vecchio tappo di sughero o di quello di silicone, la possibilità di confezionare i vini in scatole di legno “alla francese”, sono elementi che si possono rinnovare con più facilità rispetto al vino stesso (dopo tutto si sa pure che prima che una vigna nuova entri in produzione deve passare una manciata di anni). Continua a leggere il mio articolo su Tigulliovino.

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