Mentre i poveri produttori si dannano a trovare tariffe decenti per spedire con corriere il vino all’estero e contano le vendite dirette mancate, oggi che i turisti del vino che arrivano in aereo più facilmente di prima, grazie ai low cost, non possono portarsi dietro qualche bottiglia di vino acquistata durante i viaggi, mentre gli albergatori cercano di trovare alternative alla bottiglia lasciata in regalo per gli ospiti che oggi rischierebbero di sentirsi presi in giro, visto che non possono portarla in cabina, c’è chi può. E ovviamente è un politico. Olè.

La notizia l’ho appena appresa dal Corriere – il senatore del PD Antonio Rusconi, mentre rientrava in Lombardia dopo una seduta a Palazzo Madama è arrivato in aeroporto con una bottiglia di spumante nel bagaglio a mano. Non l’ha nascosta, riporta il quotidiano, così come non ha nascosto il tesserino da senatore. Notizie riportate ma non stento a crederci visto che rientrando da Torino quest’estate un deputato mi voleva a tutti i costi passare avanti in fila con la scusa che aveva anche lui il suo bel tesserino da parlamentare – alla faccia dei posti già assegnati, per non parlare della galanteria.

Il senatore Rusconi pare abbia tirato in ballo il valore affettivo della bottiglia. Peccato che se ci mettessimo noi a spiegare il valore affettivo di ogni bottiglia che vogliamo portare in cabina a poco servirebbe. Perché il valore affettivo vale sempre meno di quello di un tesserino da parlamentare. Complimenti!

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