Se dovessi parlare di #barbera2 senza fare uno sforzo di sintesi potrei scrivere per ore e ore, così preferisco incasellare tutto in un post-elenco che spero non perderà l’immediatezza del racconto – anche perché se fosse questo il caso dovrei cambiare mestiere. Ecco dunque una mia sintesi di #barbera2, evento organizzato in modo ottimo da Monica e Gianluca, in cinque punti:

  1. dal virtuale al reale: è uno degli aspetti più belli del web 2.0, il fatto che non siamo avatar né nickname, siamo persone vere che finalmente in occasioni come queste si riescono a conoscere, si stringono la mano, si abbracciano addirittura. Incontrare per la prima volta Luigi, Irina, Enrico e tanti altri è stato emozionante così come rivedere Vittorio, Sara, Riccardo e una marea di altre persone conosciute a #grignolino1. Ridere, scherzare insieme, ritrovare e aumentare quel pizzico di complicità nata online è sempre emozionante. Credo che questo sia l’aspetto fondamentale che riesce a muovere persone da un capo all’altro dell’Italia, e a farle venire addirittura da un altro paese.
  2. conoscere, scoprire cose nuove: abbiamo tutti sete di scoprire, di imparare, forse l’unica cosa che cambia da persona a persona è la coscienza di questa sete. E a #barbera2 abbiamo avuto modo di conoscere due Barbere diverse (dico due ma in realtà le caratterizzazioni sarebbero ancora di più), quelle piemontesi e quelle californiane, di sentire parlare i veri protagonisti, i produttori, di degustare una dopo l’altra 10 interpretazioni diverse di questo vitigno, diverse per il territorio in cui crescono le viti ma diverse anche per la personalità di ciascun produttore, personalità che finisce per riflettersi inevitabilmente nel bicchiere, come se fosse uno specchio.
  3. emozionarsi: credo che il momento di massima emozione sia stato un po’ per tutti quello in cui Stefano Calosso e Valeria De Martini hanno disposto in mezzo all’immensa tavolata le barbatelle di Barbera. Perché si parte da lì e la loro “performance” era carica di sentimento, era come tenere la terra tra le mani e sentirla calda per il sole.
  4. il ritorno: amo la sensazione del tornare, l’appagamento che ti riesce a dare il rivedere casa. E sentire la presentazione di Lucia Galasso è stato un po’ come tornare a casa, riscoprire certe origini, che non sono solo di quella parte del Piemonte su cui si è concentrata la sua ricerca antropologica ma sono di tutti noi.
  5. le colline attorno a Nizza Monferrato: avrò modo di scriverne in una sede più appropriata di questa, e in modo più estensivo, ma le colline attorno a Nizza Monferrato ti restano dentro, ti stregano. Vederle t’infonde la stessa sensazione di “ritorno” di cui ho parlato appena sopra, o forse sarà il fatto che Gianluca Morino pubblica sui social network così tante foto di questa zona che quando arrivi ti sembra di esserci già stata? 😉

2 risposte

  1. Sintesi estremamente bella, Slawka. Ho avuto il tempo, anche se poco ancora, di vedere brevi riprese, leggere quanto è successo a #barbera2 e sono già desideroso di prenotare un posto per la prossima edizione!

    Si, è vero…sono assolutamente d’accordo con te, quando affermi “è uno degli aspetti più belli del web 2.0…” e constatare il calore che nasce da una stretta di mano o da un sorriso più autentici, sono convinto, arrichisce molto la nostra anima.

    Uno team di persone straordinarie…e quando le “cose si fan per bene” (informazione-informatizzazione, comunicazione-evoluzione, agricoltura-cultura, tanto per fare qualche esempio) i risultati non possono che arrivare!

    addendum: mi piace il punto 3!

    bf

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *