Giusto qualche settimana fa avevo scritto del nuovo format di enoteche che riduce il numero di referenze a scaffale rendendo più semplice la scelta anche grazie a categorie ben definite e comprensibili di prodotto. Trovo giusto oggi questo articolo pubblicato sul NY Times in cui si parla proprio di questo. Il punto di partenza, risultato di alcune analisi, è il fatto che davanti a troppa scelta ci paralizziamo: il terrore di fare la scelta giusta ci impedisce di prendere una qualsiasi scelta o comunque diventa un po’ frustrante. E anche se non ammettiamo di soffrire ancora di questo problema sono certa che tutti noi ricordiamo ancora bene quando da piccoli – esempio menzionato nello stesso artico – non sapevamo mai che gusto di gelato scegliere (a meno che non avessimo un abbinamento fisso del tipo cioccolato-fragola-limone).

La cosa interessante è che hanno fatto uno studio con le marmellate: facendo un confronto tra assortimento ampio e assortimento ristretto nello stesso supermercato, si è notato che più persone si avvicinavano all’assortimento ampio mentre in proporzione “snobbavano” l’assortimento modesto. Ora, fin qui niente sorprese, quello che invece è più interessante è che la percentuale di chi acquistava il prodotto davanti a un assortimento modesto era nettamente più alta rispetto a quando uno si trovava davanti a tantissima scelta. Insomma, dammi 10 opzioni e una la scelgo, dammene 100 e cammino via col cestino vuoto…

Aspetto ancora più interessante il fatto che secondo altri studiosi ancora, il problema non è tanto della possibilità  di scelta quanto delle informazioni a disposizione… Dammi 100 opzioni e un criterio utile per scegliere e sceglierò.

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