Da uno studio effettuato negli Stati Uniti nel 2005, ma che mi sembra facilmente applicabile anche all’Italia, è emerso che più piccola è la lista di iscritti a una newsletter, maggiore è la percentuale di persone che
1. leggono la newsletter
2. cliccano sui link

Il motivo è piuttosto semplice. Dopo il boom dell’email marketing e lo scoppio della bolla che è generata da questo boom, si sta formando una tendenza a trovare nelle piccole dimensioni le vere potenzialità dello strumento e-mail. Con un minore numero di iscritti è più facile fornire contenuti di vero interesse per gli iscritti e far leva su quei nuovi strumenti quali il “targeting comportamentale” (behavioural targeting). Più difficile far contenti tutti (o tanti) quando si parla a una platea di 100mila e passa persone. E i dati parlano chiaro:
per liste con oltre 100,000 iscritti, il tasso di apertura dell’email è del 18,2%, e il click-through rate (% di persone che cliccano sulla notizia) del 3,6%. Con liste “minuscole” con 101-1000 iscritti, le percentuali sono totalmente diverse: 42.1% di tasso di apertura, e click-through del 6,8%. Per liste di 1,001-10,000, le percentuali erano del 33.2 e 5.1% rispettivamente; per liste con 10,001-100,000, erano 25.8% 4.5%.
Lo studio è stato effettuato su un campione di oltre 4,000 organizzazioni, 230,000 campagne e-mail e 2.7 miliardi di messaggi e-mail.

Non credo che nel mondo del vino ci siano liste che superano i 100,000 iscritti, tuttavia ne ho parlato perché credo che il messaggio sia chiaro: l’e-mail marketing può funzionare, e anche bene, e secondo me anche nel mondo del vino. Ma affinché dia dei risultati davvero efficaci, è necessario ribadire la grande regola fondamentale:
più sono validi i contenuti forniti in qualsiasi messaggio, maggiori saranno i risultati che si otterranno dalla comunicazione.
Non solo, quando ci propongono di promuovere un nostro prodotto, o la nostra azienda su una newsletter, non dobbiamo limitarci a guardare i numeri, per la serie, “oh che bello! 40.000 iscritti!”, ma dobbiamo prima analizzare bene la newsletter e valutarne i contenuti anche immedesimandoci negli iscritti alla newsletter, e incrociare questa analisi con tutti gli altri dati forniti, come il CTR (click through rate).

Via Internet Retailer
Foto di
Rodolfo Clix

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