Da un’agenzia di ieri dell’AGI, emerge lo scetticismo di Assoenologi, nella persona di Mario Consorte, sul rapporto tra allargamento dell’Unione Europea a 25 membri ed espansione del mercato del vino. Consorte ha evidenziato come gli unici ad avere un buon potere d’acquisto sono gli abitanti delle tre Repubbliche Baltiche, ma che ammontano in tutto a soli 8 milioni. Quanto agli altri paesi, pur contando insieme per 67 milioni, hanno un consumo di vino più basso, e per di più lo producono localmente. Non solo. Il direttore dell’Assoenologi, Giuseppe Martelli, ha aggiunto che i nuovi paesi membri hanno già chiesto a Bruxelles di aumentare le loro quote di vigneti, e ciò comporterà un notevole aumento dell’offerta di vino, e quindi della concorrenza all’interno dell’Unione Europea, soprattutto per i vini di fascia medio-bassa. Un fatto particolarmente grave, secondo lo stesso Martelli, visto che uno dei punti di forza dei vini italiani è sempre stato il buon rapporto qualità prezzo. Perciò, ha concluso Martelli, sarà necessario effettuare qualche cambiamento. Ben venga lo scetticismo, e soprattutto la concorrenza, ma solo se spinge ad agire di conseguenza. Del resto non sarebbe una cattiva idea migliorarsi nella fascia di vino di qualità-medio bassa, tanto più che è proprio quello a cui sta puntando l’Australia recentemente, cercando di rilanciare l’immagine dei suoi vini, guarda caso, dal buon rapporto qualità-prezzo come quelli italiani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *