Ho letto poco fa un interessante post del Franco Tiratore sul rapporto tra Pubbliche relazioni e vino e su come ormai sia diventato fondamentale, anche per un’azienda vinicola, ricorrere a un’agenzia di pubbliche relazioni o di marketing per finire sui giornali.
E’ vero, “la qualità conta, ma tenere i rapporti conta ancora di più.” Avere un ottimo vino non basta, se nessuno sa che esiste. Per giunta, aggiungerei che le pubbliche relazioni hanno dei costi-contatto molto più bassi di una campagna stampa, o peggio ancora televisiva. Anche per questo sono uno strumento vincente che le aziende dovrebbero imparare ad adottare ricorrendo alle persone giuste – e qui cito nuovamente il Franco Tiratore “ce ne sono d’innumerevoli, di capacissime e di disastrose”. Il fatto è che questa cosa non mi scandalizza affatto, e vi spiego perché. Non è un problema solo italiano, se lo si può dire problema. E’ una situazione che riguarda ogni paese e ogni prodotto. Le pubbliche relazioni sono diventate indispensabili in ogni settore per motivi di costo-contatto ridotto e di approccio differente del consumatore nei confronti di una pubblicità piuttosto che di un articolo che si spera non sia la solita “marchetta”. E se non si vuole abbassare il vino a un prodotto qualsiasi, per le sue chiare implicazioni emotive, non si può negare neppure che il meccanismo pubbliche relazioni-qualità sia valido persino nel campo delle arti. Altrimenti certe mostre alla Tate Modern di Londra proprio non me le spiegherei. Foto di Bulet Ince

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